Sono in molti a notare un certo aumento di peso durante le cure con antidepressivi, così come è noto già da un po’ di anni come i farmaci possano apportare alterazioni metaboliche. L’obesità ad esempio appare, dalle due alle tre volte più frequente fra i pazienti affetti da una patologia psichiatrica rispetto alla popolazione generale, anche in relazione all’alimentazione scorretta e alla ridotta attività fisica, condizioni spesso riscontrabili in questa categoria di pazienti.

Tuttavia, non è scontata la diretta relazione tra farmaco antidepressivo e aumento di peso corporeo: la depressione maggiore, in particolare la forma melanconica, non di rado infatti si associa a riduzione dell’appetito e conseguente calo ponderale anche marcato. In questi casi, l’aumento di peso corporeo osservabile durante il trattamento antidepressivo, più che un effetto collaterale della terapia dovrà essere considerato parte del processo di guarigione e di stabilizzazione dell’organismo verso l’equilibrio precedente all’episodio depressivo.

A cosa è dovuto l’aumento di peso?

L’aumento di peso associato al trattamento antidepressivo sembra dipendere da meccanismi inerenti al sistema nervoso centrale, atti alla regolazione dell’appetito e dell’introito di cibo e coinvolgenti in particolare neurotrasmettitori monoaminergici. La selettività più o meno specifica dell’azione serotoninergica, noradrenergica, dopaminergica, colinergica e istaminergica sembra pertanto coinvolta
nella differente capacità di provocare aumento di peso posseduta dai diversi antidepressivi.

A tale proposito, un gruppo di studiosi della Harvard Medical School and Harvard Pilgrim Health Care Institute di Boston (USA) ha deciso di coinvolgere 183.118 pazienti da 20 a 80 anni in uno studio dove sono stati presi in esame gli 8 antidepressivi  solitamente più prescritti: sertralina, citalopram, escitalopram, fluoxetina, paroxetina, bupropione, duloxetina, venlafaxina. Il peso è stato misurato, nel periodo luglio 2010-dicembre 2019, ogni 6 mesi, 12 e 24. 

A sei mesi di distanza questi erano i dati:

  • i pazienti che prendevano sertralina erano aumentati di 1,5 kg;
  • i pazienti con bupropione hanno guadagnato 0,22 kg in meno di quanto preso dai pazienti con la sertralina;
  • i pazienti che prendevano la fluoxetina hanno preso lo stesso peso dei pazienti in cura con la sertralina;
  • i pazienti con citalopram o con venlafaxina hanno accumulato tra 0,1 e 0,2 kg in più rispetto all’uso della sertralina;
  • i pazienti che prendevano duloxetina, escitalopram o paroxetina sono cresciuti tra 0,3 e 0,4 kg in più dei pazienti con la sertralina.

Gli studiosi di Boston hanno osservato che la crescita ponderale si stabilizzava tra i 12-18 mesi per la duloxetina e la venlafaxina appartenenti agli SNRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina) mentre il peso continuava ad aumentare tra i pazienti con gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina). Ma più i tempi si allungano, meno i risultati riscontrati sono attendibili perché aumenta la non aderenza alla cura. Per esempio, sei mesi dopo l’inizio della terapia solo 1 paziente su 3 sta ancora seguendo la prescrizione iniziale. A 24 mesi di distanza solo il 4-5 per cento dei pazienti continuavano a prendere l’antidepressivo iniziale e circa il 10 per cento aveva aggiunto un altro farmaco.

Sotto il profilo del non aumento di peso, al primo posto si qualifica il bupropione (che viene impiegato anche nelle terapie per aiutare a smettere di fumare), in linea con i risultati di una metanalisi del 2009 dove il bupropione, insieme alla fluoxetina risulta essere associato al calo di peso. La stessa metanalisi ha evidenziato che tra gli SSRI, la paroxetina è associata a un maggior aumento ponderale, soprattutto nell’utilizzo a lungo termine; tale effetto sembra derivare dall’elevata affinità di questa molecola per i recettori colinergici. Uno studio del 2015 ha inoltre dimostrato che in soggetti in trattamento con antidepressivi, compresi gli SSRI, sia osservabile una più elevata incidenza di diabete di tipo 2.

Se si fa uso di psicofarmaci dunque c’è da aspettarsi una probabile variazione di peso come effetto collaterale. Una buona alimentazione ed un regolare esercizio fisico dunque sono fondamentali durante la durata del trattamento, ed il consulto medico è obbligatorio.

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