L’uso dei virus nella lotta al cancro non è più una novità.
L’idea è nata dal fatto che i virus non possiedono un apparato riproduttivo proprio, perciò, per sopravvivere hanno bisogno di infettare una cellula. Una volta “entrati a casa dell’ ospite” lo sfruttano fino allo sfinimento, fino a che finisce per distruggersi.
Diversi scienziati hanno ipotizzato di poter utilizzare questo meccanismo per ottenere lo stesso risultato nelle cellule tumorali. Lo scopo è quello di modificare appositamente i virus affinché riconoscano e infettino solo le cellule tumorali, fino a distruggerle.
Finora sono stati ottenuti grandi risultati in modello animale ma tale approccio si è dimostrato poco efficiente quando si è passati a testarlo sulle persone. Una delle possibili ragioni del fallimento di tutti i clinical trials che si sono succeduti negli ultimi decenni sembrerebbe risidere nella risposta del sistema immunitario.
Negli animali il virus oncolitico distrugge alcune cellule tumorali, spianando la strada all’azione del sistema immunitario. Ciò non accadeva però nei clinical trials sulle persone in quanto l’utilizzo di queste terapie avveniva sempre in malati sottoposti a numerosi cicli precedenti di chemioterapia che riducevano l’efficacia della risposta immunitaria.
Uno studio presentato durante il congresso della Society of Urologic Oncology ha riacceso le speranze.
I ricercatori hanno provato ad utilizzare un virus oncolitico (cretostimogene grenadenorepvec) in pazienti con tumore della vescica localizzato.
Nel trial clinico “BOND-003” condotto su 66 persone è emerso che dopo 6 mesi di trattamento l’utilizzo del virus è stato in grado di eliminare il tumore nel 64% dei casi e nel 75% si è registrata una risposta completa alla malattia.
Seppur servano ulteriori indagini che coinvolgano un numero più ampio di persone, i risultati sono promettenti.
Molti ricercatori infatti hanno proseguito per questa strada ed oggi si contano circa 90 clinical trials in corso e in fase di partenza, in combinazione con chemio e immunoterapia.
Un trial clinico di fase I sull’utilizzo del virus oncolitico CAN-3110 nel trattamento del glioblastoma, ha dimostrato la capacità del virus di rendere più attivo il sistema immunitario nei confronti dei virus.
Ancora presto per cantar vittoria, ma a noi basta per tenere viva la speranza. La speranza di vincere un giorno, una delle lotte più ardue della scienza e dell’intera umanità, la lotta al cancro.
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